Il mal di schiena spesso deriva da posture non idonee, mancanza di esercizio, sforzi non corrispondenti alle proprie capacità, sovrappeso anche in mancanza di una vera e propria malattia. La malattia più frequente che provoca mal di schiena è la localizzazione alla colonna vertebrale della comunissima malattia che colpisce le articolazione: l’artrosi.
Cause più rare e più gravi possono manifestarsi con un comune mal di schiena, ma non è di malattie rare come tumori e infezioni che vorrei scrivere oggi, bensì dell’artrosi, la malattia che in qualche modo colpisce tutti noi. L’artrosi è una malattia degenerativa, caratterizzata soprattutto, in parole povere, dall’usura della cartilagine articolare, quella struttura ammortizzante che riveste le porzioni delle nostre ossa che si articolano con l’osso vicino. E’ ovvio che trattandosi di usura, anche solo il passare del tempo può provocare queste lesioni. Ugualmente una concentrazione di carico su una superficie più ristretta ne facilita lo sviluppo. Per intenderci, se dopo una frattura del femore, questo rimane anche solo parzialmente angolato, il carico sul ginocchio non sarà più omogeneo, la cartilagine sovraccaricata si usurerà anzitempo e si svilupperà una artrosi.
Il motivo per il quale, in assenza di traumi, ad uno di noi si sviluppa una artrosi ad una anca, ad un altro al ginocchio, ad altri alla colonna vertebrale, è ancora sconosciuto.
L’usura della cartilagine provoca dolore attraverso fenomeni infiammatori, il quadro clinico può evolvere con deformità più o meno gravi.
La colonna vertebrale è una struttura composta di 24 elementi ossei (le vertebre) articolate fra di loro da una serie di tre articolazioni per livello (il disco intervertebrale e una coppia di piccole articolazioni disposte posteriormente: le faccette). Lo scopo della colonna vertebrale è di sostenere il tronco: ciò non sarebbe possibile da una serie di segmenti ossei senza una forte struttura muscolare, come l’albero di una nave non può restare ritto senza le sartie. Al tempo stesso la colonna vertebrale dà protezione ad una struttura importantissima del nostro sistema nervoso: il midollo spinale e le radici che da esso danno corpo ai nervi periferici.
Viene facile dunque capire che l’artrosi può colpire le articolazioni interposte fra vertebra e vertebra, sia il disco intervertebrale, sia le faccette articolari, sia entrambe. L’artrosi si concentra nelle regioni più intensamente mobili (la parte cervicale e la parte lombare) e, al pari delle altre localizzazioni provoca dolore, perdita di capacità funzionale, deformità. A questi sintomi si sommano i danni provocati dall’interferenza fra i fenomeni artrosici e il contenuto neurologico della colonna (radici nervose, midollo spinale).
I fenomeni degeneratici del disco intervertebrale provocano erniazioni e/o malfunzione con dolore lombare o irradiato agli arti, riduzione del movimento, deformità
Mentre per il trattamento dell’artrosi dell’anca e del ginocchio si sono da molti anni sviluppate tecniche di ricostruzione protesica che tolgono il dolore lasciando il movimento, il trattamento chirurgico delle fasi più avanzate delle discopatie è ancora l’artrodesi, cioè l’abolizione chirurgica del movimento fra vertebra e vertebra.
L’artrodesi vertebrale, per essere efficace deve includere l’uso di mezzi di fissazione (viti peduncolari, barre), rimozione della residua cartilagine e interposizione di innesto osseo sia fra le faccette che nello spazio discale (si usano per questo delle “gabbiette” piene di innesto osseo). Anche le tecniche minivasive devono ottenere questo risultato per ottenere una fusione completa
Si tratta quindi di un intervento particolarmente cruento che annulla in modo definitivo una funzione fisiologica (il movimento fra vertebra e vertebra) per togliere il dolore e garantire una postura corretta della colonna vertebrale.
La scelta di eseguire una artrodesi deve essere discussa attentamente fra chirurgo e paziente. Una comunicazione chiara di vantaggi e rischi è fondamentale perché le attese del paziente siano compatibili con quanto la chirurgia può effettivamente ottenere.
Anche a fronte del riscontro su TAC e Risonanza di fenomeni artrosici gravi, l’artrodesi non dovrebbe, a mio parere, essere mai la prima scelta. Protocolli di fisioterapia, rieducazione e igiene posturale, trattamento medico (eviterei sempre gli oppioidi), infiltrazioni, igiene alimentare e regolare attività fisica possono alleviare il mal di schiena anche a fronte di alterazioni radiografiche marcate.